“Ora mi giro...e osservo...vedo la corteccia grigia di un tronco contorto di ulivo,
tormentato, scavato dal tempo; mostra qua e là il legno giallo-bruno, dall'intenso
profumo oleoso, piccole foglie verde argentato, lucide, ondeggiano placide al vento,
mostrando le olive ancora verdi...mi avvicino, per toccare la corteccia...emana un
dolce tepore...mi calma...i dolori sembrano svaporare, svanire davanti a questo
tronco antico...”.
Un cosmetico che contiene olio di oliva è sempre, necessariamente, migliore? Per riconoscerne, davvero, la qualità occorre affidarsi a poche regole con, però, moltissime eccezioni. Alcuni consigli da una professionista di Pandolea per non perdersi nel labirinto.
L'inverno è arrivato con prepotenza e si sta facendo sentire, anche sulla nostra pelle. Viso e mani sono messi a durissima prova. L'olio extra vergine d'oliva è in grado di riapportare lipidi alla cute, di proteggerla e di nutrirla.
La fama degli insaponificabili in campo dermatologico risale agli studi di Thiers tra gli anni 60 e gli anni 80. Oggi se vogliamo essere sicuri che la nostra crema cosmetica ne contenga davvero basterà cercare la dicitura “Olea Europaea Oil Unsaponifiables” nell’elenco degli ingredienti.
“Corpusque suavi telino unguimus” (“e ci ungiamo il corpo con soave telino”): chissà se queste parole, appartenenti ad un frammento poetico, sono realmente attribuibili a Giulio Cesare. Per la mia particolare sensibilità mi ha sempre affascinato l’idea di poter recuperare sapori e odori del passato e sulla scorta delle suggestioni di un bellissimo romanzo di Patrick Süskind, Il profumo (1985), penso che ci sia un fondo di verità nell’idea che "Colui che domina gli odori domina il cuore degli uomini".